Ca’ Stelle vuole promuovere davvero l’uva autoctona Camaiola e non gli basta aver già vinto la sfida in purezza lanciata con l’equilibrato Alkeys e con l’avvolgente Dolce Andromyda. Di questo grappolo così antico, che solo per una serie di scelte bizzarre del passato continua ad essere chiamato Barbera del Sannio e a caratterizzare la denominazione di origine, a Castelvenere vogliono esaltarne tutte le caratteristiche, sfruttarne per intero le potenzialità. Con tali obiettivi nasce dunque Antylia, rosé dai profumi vellutati di ribes e lampone.

Un vino che sembra fatto apposta per accompagnare gli antipasti di salumi tipici del territorio, come i primi piatti di mare e, in particolare, le zuppe di pesce, ma anche quelle di legumi del Sannio. Un prodotto piacevole e versatile che sa farsi apprezzare in diverse occasioni e non delude mai, con una solida spina dorsale garantita dalla freschezza sempre spiccata.

Naturalmente Ca’ Stelle non poteva far mancare a questa etichetta il riferimento degli astri. Antlia è infatti una costellazione molto piccola che si traduce con il curioso nome di “Macchina Pneumatica”, chiaramente riferito ad inventori e scoperte più moderne, anche perché individuata in tempi recenti (1754). Ma Antlia era anche una ruota che permetteva di portare l’acqua da un livello all’altro nell’Antica Grecia. Certamente si tratta di una simbologia legata alla capacità di innovare e di affrontare la sfida tecnologica, nella quale l’azienda campana eccelle, sapendo guardare oltre il presente. Del resto, in questa famiglia amano proprio osservare le stelle e in loro trovare la giusta ispirazione.

Ma Il nome di questa bottiglia trova forse spunti suggestivi in un altro simbolo, anche più calzante di quelli legati al cosmo, oltre che molto coerente con uno degli obiettivi principali che questa azienda del beneventano si pone ormai da anni. Proprio Antilia è infatti il nome di una leggendaria isola dell’Oceano Atlantico, forse la stessa Atlantide. Antilia era un’isola che nel passato si trovava sulle mappe di tutti i grandi navigatori ma che oggi non è più segnata. Potrebbe non essere mai esistita oppure, al contrario, esserci ancora ma in una posizione un po’ diversa e con un altro nome.

E allora è forse proprio questo il significato che dobbiamo dare al nostro vino rosé. Il richiamo a questa costante ricerca di illuminare la forza di un vitigno che c’è sempre stato ma che oggi ancora nessuno può vedere completamente; quell’uva che si imbottiglia come Barbera del Sannio ma che, in un pugno di comuni della Valle Telesina, conoscono tutti e da sempre come Camaiola. Antylia, insieme ad Alkeys e a Dolce Andromyda, ce lo vuole ricordare con una produzione di eccellenza.