Il perlage fine e persistente di un metodo classico e i profumi fruttati e floreali di un prosecco: ecco, in poche parole, il risultato che l’azienda Ca’ Stelle ha ottenuto spumantizzando in autoclave la sua Falanghina.
Un altro vino che ottiene il massimo dall’uva autoctona e più tipica del Sannio che, con questa cantina, regala ben quattro tipologie di prodotto. E qui a Castelvenere la profumata uva a bacca bianca riesce sempre ad esprimersi ai livelli più alti. L’aspetto vivace di Syrio è infatti un invito a berlo come aperitivo, la sua freschezza ad accompagnarlo a fritture e primi di pesce, sempre con esiti di grande armonia.
Un vino brillante, dal colore luminoso che, ancora una volta come molti tra i suoi fratelli in cantina, si richiama ad una stella. E non a una qualunque, ma alla stella più luminosa e brillante del cielo, talvolta visibile anche di giorno, la cui stessa etimologia deriva dal greco “splendente”. Ma la leggenda vuole che Sirio, prima di tramutarsi in un corpo celeste, fosse il fedele compagno di caccia di Orione, ecco perché si trova nella costellazione del Cane Maggiore. È qui che spicca infatti come una stella bianca che scodinzola felice accanto al gruppo di astri che raffigura il noto personaggio mitologico nell’atto di scoccare la sua freccia.

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Sirio, però, non si ricollega solo ai miti che fanno sognare di eroi, tradimenti e gelosie di ogni tempo, ma nella storia ha sempre rappresentato qualcosa di molto concreto: dall’essere uno sfavillante punto di riferimento per tanti appassionati della volta celeste, al rappresentare un segno inconfondibile dell’incedere delle stagioni e degli eventi climatici. Secondo i Greci, quella stella segnalava indiscutibilmente il processo di maturazione delle uve. Per gli egizi, la sua comparsa coincideva con la piena del Nilo e quindi con la necessità di mettere in salvo il raccolto. Tanti legami concreti con la terra e la sua generosità, da tutelare ed arricchire.
Syrio di Ca’ Stelle, come tutte le bottiglie di questa coraggiosa azienda del beneventano, si porta dunque dietro un nome ingombrante, carico di simboli e di responsabilità; ma non sembra preoccuparsene troppo. Perché se è vero che la famiglia Assini ha l’abitudine di guardare sempre verso l’alto, per andare oltre, senza fermarsi a ciò che vediamo davanti ai nostri occhi, vuole anche semplicemente produrre vini capaci di fondere qualità e piacevolezza.

E Syrio riesce senza dubbio ad essere una gradita presenza ad ogni tavola o bancone, esaltandosi in tutte le situazioni dove si richiede un vino gradevole e che chiama alla “béva”, perfetto per le occasioni conviviali. Come è, per altro, nella natura di tutte le falanghine.